Venezia e la caccia ai tori

L’origine di una tradizione (barbara) conclusasi in città dopo il drammatico evento del 22 febbraio 1802. Dove si svolgevano? Perché si dice “tagliar la testa al toro” o “tenere il toro per le corna”? Breve cronistoria degli eventi più noti

 

 

Partiamo da una data: 22 febbraio 1802. Fu questa l’ultima “Caccia ai tori” che si svolse a Venezia, precisamente in Campo Santo Stefano. Il motivo scatenante, però, non fu tanto la crudeltà di questa tradizione europea, bensì il fatto che in tale occasione un palco crollò per il peso eccessivo delle persone che vi erano assiepate, provocando la morte e il ferimento di molte.

Molto è stato scritto e molto si può trovare su queste “corride”, ma proviamo solamente a mettere un po’ di ordine.

tori venezia 01


L’ORIGINE: IL NUMERO 12 E IL “TAGLIAR LA TESTA AL TORO”
Che tale espressione sia d’uso popolare ancora oggi è cosa nota. Se poi ci aggiungiamo un pizzico di leggenda (Venezia ne trasuda), ecco che il gioco è fatto.


E’ il 1162 e – per la storia che vogliamo raccontare – vi sono due fazioni:

1) Venezia nella persona del doge Vital II Michiel, alleato con il papa Alessandro III;
2) Federico I Barbarossa, al trono in Germania dal 1152 e Sacro Romano imperatore dal 1155.  

Dato che i veneziani sono impegnati nella guerra con Ferrara e Padova, il patriarca di Aquileia – Ulrico di Treffen, nominato dal  Barbarossa – cerca di cogliere di sorpresa la Repubblica invadendo Grado.

Venezia però reagisce: lo sconfigge e lo prende prigioniero insieme a 12 canonici e ad alcuni alleati castellani del Friuli.
Il papa però chiede al doge d’essere clemente con Ulrico, così l’alleato Vital II Michiel lo accontenta e libera il patriarca. Ma a un patto: da quel giorno, ogni anno, il patriarca di Aquileia dovrà inviare in Laguna 12 maiali, 12 pani grossi di farina e – più tardi – 1 toro.

Il simbolismo è chiaro: i 12 maiali sono i 12 canonici fatti prigionieri, i pani di farina rappresentano i castellani e il toro rappresenta il patriarca di Aquileia. Il giovedì grasso quindi si organizzerà una festa in cui al toro verrà mozzata la testa con un solo colpo (“tagliar la testa al toro”), i maiali saranno squartati e dati in pasto ai prigionieri insieme al pane.

tori venezia 02

L’EVOLUZIONE: NON SOLO TORI
Per parlare di “corride” però bisognerà attendere il ‘500, con un vero e proprio “boom” nel ‘700. Esse non si svolgeranno esclusivamente a carnevale, ma si organizzeranno anche in occasioni di altre feste in vari periodi dell’anno. Spesso però non saranno protagonisti dei tori veri e propri, ma buoi e vacche che – impropriamente – verranno nominati “tori”.

Inizialmente se ne potranno utilizzare fino a 12 (chissà perché… ) ma in occasioni più importanti anche fino a 24. In alcune occasioni i cronisti parleranno pure di feste con 100 tori, ma il confine sottile tra numeri reali ed enfasi è spesso labile.

Joseph Heintz il Giovane, Caccia al toro in campo San Geremia

Joseph Heintz il Giovane, Caccia al toro in campo San Geremia


DOVE SI SVOLGONO
Soprattutto nei Campi, quelli che col tempo si trasformarono da verdi e coltivati in vere e proprie “piazze”, anche se tale nome sarà una prerogativa di San Marco. La lista è lunga e potrebbe essere comunque incompleta:

– Campo San Barnaba
– Campo San Geremia
– Campo San Giacomo dell’Orio
– Campo San Giovanni in Bragora
– Campo Santa Maria Formosa
– Campo Santa Margherita
– Campo San Polo
– Campo Sant’Anselmo
– Campo Santo Stefano
– Calle dei Botteri
– Calle Lunga a Santa Maria Formosa
– Corte di San Rocco, Chiovere (dai chiodi cui si stendevano i panni di lana ad asciugare dopo la tintura)
– Cortile interno di Palazzo Ducale (solo l’ultima domenica di carnevale)
– Piazza San Marco

Tori a Venezia, Giacomo Franco, 1610

COME SI SVOLGONO
Non vi è un solo modo di svolgimento. Spesso queste “cacce” sono parte di un evento all’interno di una festa in cui si svolge il giuoco del pallone, rappresentazioni teatrali, giochi d’abilità o d’intrattenimento ecc., ma anche matrimoni o visite di autorità provenienti dall’estero.
Nel ‘500 si tenta pure di lasciarli correre per le calli, ma gli incidenti che coinvolgono persone costringeranno il Consiglio dei Dieci a vietarle.

Sovente le cacce iniziano due ore prima del buio e proseguono per un paio d’ore. In moltissime occasioni vi sono dei “tiratori”: bottegai, gondolieri, paetieri, macellai ma anche attori mascherati per non farsi riconoscere; da qui l’altra leggenda del modo di dire: “tenere il toro per le corna”. I tiratori sono accompagnati anche da cani, i quali hanno l’ingrato compito d’abbaiare e mordere le povere bestie al collo o alle orecchie mentre i tiratori “giocano” ad evitare tali attacchi. Non mancano volte in cui le corna siano adornate con fuochi artificiali allo scopo d’agitare ulteriormente i tori. Questo bieco spettacolo si conclude poi con gli animali stremati, condotti al macello e decapitati con un solo colpo di mannaia.
In alcune occasioni i tori invece sono sciolti (“molai”), cosa che avviene ad esempio in Piazza San Marco.
In quasi tutte le occasioni, vengono create delle vere e proprie tribune per permettere agli spettatori di assistere allo spettacolo (anche a pagamento).

cani tori venezia

ALCUNE DATE “FAMOSE”

25 GENNAIO 1511
Fino alle 3 della notte, in Calle dei Botteri (costruttori di botti, bottiglie e tini), “assai persone” partecipano alla caccia a 4  tori, accompagnata da balli e momarie (rappresentazioni di usanze antiche riprese in maniera bizzarra)


27 LUGLIO 1574

Caccia ai tori in onore di Enrico III di Valois, re di Francia e di Polonia. Vi assistono il duca di Ferrara e il poeta Torquato Tasso

 

1648
Caccia dei tori in Campo San Polo, rappresentata da Joseph Heintz il Giovane

 

1668
Caccia ai tori per il Granduca di Toscana

 

INIZIO DEL 1700
Durante una caccia ai tori, Almorò Morosini dal Pestrin è assalito da quattro sgherri mascherati e da un cane che gli viene aizzato contro. Con un colpo di spada “che à tagià el can per mezo”, Almorò conquista la stima del principe Eugenio di Savoia che assiste alla scena da una finestra di Palazzo Priuli. Per questo motivo, il principe gli donerà il dipinto della Beata Vergine del Correggio

18 FEBBRAIO 1709
Nella Corte di San Rocco il Consiglio dei Dieci fa applicare una lapide che qui vieta “le caccie dei torri” (tolta, sarà ricollocata qui successivamente)

Lapide caccia ai tori nella corte di San Rocco
1709
In Piazza San Marco, caccia ai tori per il re di Danimarca

1717
In Campo San Geremia due tori d’Ungheria sono decapitati dal conte Girolamo Savorgnan alla presenza dell’ambasciatore di Spagna


16 FEBBRAIO 1740

Per tre ore, in piazza San Marco, 48 tori sono accompagnati da altrettanti tiratori mascherati in occasione di una festa in onore di Federico Cristiano, primogenito del re Augusto III di Polonia


META’ 1700

Edmondo Lundy, mercante svizzero, visita la città. I suoi testi verranno pubblicati nell’800, ma assistendo dal terrazzo a una caccia ai tori racconta: “qualcuno de’ buoi, veggendosi assalito da’ cani e d’innanzi e di dietro, si lanciò all’improvviso nel canale. […] Qualche barchetta si rovesciò e caddero non poche persone in acqua. Grida, ululati orrendi”

 

1767
In una Piazza San Marco ricoperta di tavole, 120 tori sono presenti per onorare il duca di Württemberg


24 GENNAIO 1782

In Piazza San Marco i principi ereditari di Russia, il granduca di Moscovia Pavel Petrovic Romanov – futuro zar Paolo I – e la moglie Marija Fedorovna, sono onorati da una caccia a 72 tori in un anfiteatro creato per l’occasione, con uno spettacolo accompagnato da balli, musiche e chiudendo l’evento con fuochi d’artificio


GENNAIO 1783

Caccia di tori in Campo San Polo


1785

Cacce di tori alle Chiovere e a San Giobbe

 

 

Alberto Sanavia

 

 

BIBLIOGRAFIA
– Battagia Michele, Cicalata sulle cacce di tori veneziane
– Distefano Giovanni, Atlante storico della Serenissima
– Fontana Gianjacopo, La Piazza S. Marco di Venezia
– Fontana Gianjacopo, Storia popolare di Venezia dalle origini ai tempi nostri
– Galanti Ferdinando, Carlo Goldoni e Venezia nel secolo XVIII
– Molmenti Pompeo Gherardo, La storia di Venezia nella vita privata
– Negri Pasquale, Misteri di Venezia tratti dagli scritti di Edmondo Lundy
– Pasqualin Riccardo, I tori nelle feste di Venezia
– Querini Andrea Stampalia, Nuova Guida annuale di Venezia
– Rizzo Tiziano, I ponti di Venezia
– Romanin Samuele, Storia documentata di Venezia
– Tassini Giuseppe, Curiosità veneziane ovvero origine delle denominazioni stradali di Venezia