Interviste d’archivio: Valentina Giovagnini

Per il quotidiano online Padovando.com, nel 2002 intervistai Valentina Giovagnini. Era lo stesso anno del suo debutto sul palco di Sanremo. Credevo di aver perso questo documento, ma dopo lunghe ricerche sono riuscito a trovarlo. Lo ripropongo qui per ricordare una voce magnifica che purtroppo ci ha lasciato troppo presto. Valentina Giovagnini è mancata nel 2009 a seguito di un incidente stradale. Spero che questo piccolo articolo possa contribuire a tenere vivo il ricordo di lei.

 

Alberto Sanavia

 

Tratto da Padovando.com – Intervista dell’8 giugno 2002

 

Valentina Giovagnini nasce a Marciano della Chiana al confine tra la Toscana e l’Umbria il 6 aprile 1980. Ha due fratelli: Benedetta di 18 anni e Giacomo, 17, che ha creato un sito internet sulla sorella molto visitato dai fan.
Fin da piccola è attratta dalla danza e dal canto (la passione lirica le è stata trasmessa dalla mamma) e così incomincia a prendere le prime lezioni di pianoforte a soli 5 anni. Coltiva questa sua passione esibendosi prima nelle feste di paese e successivamente facendo delle serate in alcuni locali. Nel 1996 si diploma in teoria e solfeggio e nel 1999 sostiene la maturità al Liceo Classico di Arezzo insieme all’esame di pianoforte, armonia e analisi musicale. Decide così d’iscriversi alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Siena (indirizzo Musica e Spettacolo). Nel 2001 incontra il produttore Davide Pinelli e, con l’aiuto dell’autore Vicenzo Incenzo, decidono di produrre il disco “Creatura nuda” nel quale si cerca di compiere un “viaggio nel tempo” attraverso l’utilizzo di alcuni strumenti tradizionali e creando ambientazioni musicali suggestive che si fondono anche con gli strumenti elettronici. Decidono di fare un album non troppo lungo, evitando così che al suo interno vi si trovino pezzi di poco valore, lasciando spazio ai brani di qualità. Passa le selezioni per Sanremo e partecipa al Festival nel 2002 con il brano “Il passo silenzioso della neve” classificandosi seconda nella categoria giovani e aggiudicandosi il premio della giuria di qualità per il miglior arrangiamento. Rimane colpita dalle parole di Cecchetto che la consacra come una grande cantante della quale “si sentirà molto parlare“. Inoltre la giovane artista ha conquistato la critica che spesso l’ha definita come la piccola “Enya italiana”. Dopo il trampolino del palcoscenico dell’Ariston, esce il suo album, il video della canzone “Il passo silenzioso della neve” (girato in un bosco vicino la periferia di Milano) e il singolo “Senza origine”. Prepara poi il suo tour estivo per l’Italia. Ama la letteratura europea (tra cui Baudelaire, Verlaine, Hesse, Pasolini e Pirandello), la cultura medievale, il teatro antico e la ricerca delle tradizioni musicali e letterarie. Si ritiene una persona tranquilla, romantica, positiva e introversa, anche se dice che solo quando canta può esternare tutta la sua grinta e la sua personalità. Afferma di essere molto sicura in sé stessa, caratteristica che le serve molto per il suo mestiere. Ama gli animali e possiede molti gatti. Le piace curare il suo look apportando personalmente delle modifiche ai vestiti che compra per poterli adattare al suo carattere. Non ha il ragazzo e al momento non pensa all’amore: “il problema non è trovare qualcuno da amare, quanto riuscire a mantenere quel sentimento“. Preferisce i piatti vegetariani, i dolci e la cucina francese piuttosto della carne. I suoi artisti preferiti sono Battiato, Branduardi, Consoli, Elisa, Morisette, Enya e Bjork (uno dei suoi sogni è duettare con quest’ultima). Ammira la verve artistica di Patty Pravo. Vorrebbe compiere un viaggio in Irlanda perché si dice attratta dalla musica celtica.

Valentina Giovagnini intervistata da Alberto Sanavia

L’ intervista a Valentina

In una non recente intervista hai detto che Creatura nuda è una “metafora per trovare il lato reale di una persona”. La stessa cosa la diceva Pirandello nella sua raccolta teatrale Maschere nude. Una bella coincidenza. Quanto ha influito questo pensiero sul tuo album?
Si tratta di una corrispondenza di pensieri non condizionata, nel senso che non mi sono ispirata a lui per questo album. Sono però molto affascinata dalla letteratura di Pirandello e il mio pensiero coincide col suo. Per questo certe cose all’interno del mio album si ricollegano con questo autore.
Quanto tempo avete lavorato per realizzare l’album?
Abbiamo lavorato un bel po’ perché abbiamo ricercato alcuni suoni particolari utilizzando strumenti che non tutti sanno usare. Quindi siamo dovuti andare alla ricerca di alcuni strumentisti nel centro Italia, specialmente dalle mie parti. Inizialmente ho unito le mie idee con quelle di Davide Pinelli e successivamente Incenzo ha dato il suo contributo per i testi. Il lavoro è stato molto complesso ma sono contenta del risultato ottenuto.
Come mai pochi artisti giovani cercano di utilizzare questi strumenti che col tempo sono stati abbandonati?
Io vivo in una zona dell’Italia dove la cultura tradizionale è rimasta maggiormente radicata che in altri luoghi. In genere i ragazzi delle grandi città non pensano molto a questo tipo di strumenti, preferendo quelli tecnologici. Abitando in un piccolo paese, ho potuto sviluppare questa musica anche nel momento in cui sono andata a Sanremo e sono stata contenta di poter proseguire su questa strada.
C’è una canzone del tuo disco (oltre a quella di Sanremo), alla quale sei legata particolarmente?
E’ difficile rispondere, perché ognuna ha una storia particolare. Sono però molto affezionata ad “Allemanda” che è un po’ l’elaborazione del primo brano dell’album che è “Senza origine”. Questa canzone è stata eseguita completamente senza l’ausilio dell’elettronica ed è stato particolarmente divertente registrarla, perché siamo andati in una zona delle Marche e abbiamo usato strumenti come la ghironda, il ciaramello e il whistle. E’ stato molto suggestivo. Poi è un brano significativo perché si ricollega con quello iniziale, formando così un cerchio che conclude l’album secondo una sua logica.
Dopo aver ascoltato il tuo disco, quale vorresti che fosse il messaggio principale che la gente dovrebbe cogliere?
Non voglio fornire un particolare messaggio. L’importante è che una persona che ascolta i miei brani si possa emozionare attraverso i suoi suoni rimanendone affascinato come ne rimango affascinata io.
C’è una canzone di un altro artista che avresti voluto creare te?
Io adoro “La cura” di Battiato. E’ una canzone completa sotto tutti i punti di vista: testo, musica, arrangiamento… poi lui è un grande. Forse se l’avessi fatta io non sarebbe venuta così bene, però sarei stata molto contenta di averla scritta.
Molte altre cantanti con buone doti vocali (vedi Pausini, Alexia, Elisa ecc.) hanno cantato in lingua straniera. Saresti disposta a fare la stessa cosa?
Sì, mi piacerebbe, perché l’inglese è una lingua molto musicale e sarei molto felice di poter cantare dei miei pezzi in inglese. Comunque non soppianterei l’italiano perché sono molto legata alle mie radici. Proverei volentieri qualche canzone in lingua straniera, ma non abbandonerei assolutamente l’italiano.
Qual è una cosa che non sopporti negli altri?
Di sicuro la falsità.
Hai qualche rito scaramantico prima di esibirti?
No, perché sono talmente coinvolta in quello che devo fare, che non ci penso nemmeno. A volte porto con me qualche oggetto che mi è stato regalato. Per esempio, nel concerto che ho fatto a Metelica avevo con me un cagnolino che mi ha regalato un fan prima dell’esibizione.
Se tu non avessi intrapreso la via della musica, cosa ti sarebbe piaciuto fare in alternativa?
Sono sempre stata affascinata dall’arte in tutti i suoi aspetti. Forse avrei fatto la ballerina o qualsiasi altra cosa pur di rimanere in questo ambito.
Quando ti prendi un periodo di pausa, dove preferisci andare in vacanza?
In estate vado sempre al mare. Con questo non escludo a prescindere la montagna, ma in questo caso preferirei andare in un luogo tranquillo in mezzo alla natura incontaminata. Però l’estate l’associo solamente al mare.
Come si vive in famiglia questo tuo avvio positivo?
Ho una famiglia molto numerosa. Sono tutti felicissimi di quello che sto facendo e mi hanno sempre sostenuta fin dall’inizio. Ultimamente sto poco tempo a casa e si è creata una sorta di distacco: questo mi dispiace un po’, specialmente per loro.
Da quando sei stata a Sanremo, qual è la più grande soddisfazione che hai avuto fino a questo momento?
Di sicuro il primo concerto. Era la cosa che desideravo di più fino ad ora: ho avuto un palcoscenico tutto mio e la gente è venuta esclusivamente per ascoltare la mia musica. E’ molto emozionante e gratificante.
Che consiglio daresti a chi volesse iniziare a cantare?
Innanzitutto non lo si deve fare come passatempo, ma considerare il canto come una cosa fondamentale. Bisogna crederci profondamente, darsi da fare e non darsi mai per vinti.
Progetti per il futuro?
In genere non penso mai troppo al futuro. L’importante è fare bene nel presente e continuare a cantare con passione. Poi il resto viene da sé.
Vorresti essere ricordata nella storia della musica italiana per…
Aiuto, è difficile rispondere! Dunque, vorrei essere ricordata… e basta. A parte gli scherzi, credo che l’importante sia lasciare un ricordo positivo nelle persone. Mi ritengo una ragazza positiva e la mia musica rispecchia appieno quello che sono. Cerco di essere coerente in tutto quello che faccio e pertanto spero solo di trasmettere delle emozioni a chi mi ascolta.

(A.S)